Democrazia liberale

 

ln terzo luogo, bisogna elencare la democrazia liberale, che è la forma odierna del cosiddetto "Stato rappresentativo", in cui non sono rappresentati i ceti sociali o le corporazioni economiche (come avveniva nel Medioevo e all'epoca dell'assolutismo), ma i singoli individui, considerati uguali di fronte alla legge.

Gli Stati rappresentativi ereditano dalla tradizione liberale il principio fondamentale della separazione dei poteri e l'attenzione ai diritti civili dei singoli, visti come limite invalicabile dal potere statale; inoltre sono "democratici" perché assumono il principio della sovranità popolare ("democrazia" significa per l'appunto "governo del popolo") come fonte del potere stesso. Nelle moderne democrazie, pertanto, i singoli individui, considerati uguali di fronte alla legge, sono titolari dei medesimi diritti politici. Tra questi, il più importante è senza dubbio quello che sancisce la libertà di tutti i cittadini di partecipare attivamente alla vita della nazione, eleggendo i propri governanti e potendo essere eletti essi stessi mediante libere elezioni a suffragio universale (ovvero con diritto di voto esteso a tutti i cittadini maggiorenni).

Nelle moderne democrazie rappresentative, il compito di orientare la scelta politica delle masse spetta generalmente ai partiti, complesse associazioni che si rivelano necessarie per stabilire un collegamento tra gli elettori e i candidati.


Come osserva il politologo italiano Giovanni Sartori (nato nel 1924) nel suo libro La democrazia in trenta lezioni, la nozione di "democrazia" non è priva di problemi interpretativi, a partire dalla difficoltà di definire univocamente chi sia il "popolo" che deve governare. 

La política. Lógica y método en las ciencias sociales da Giovanni Sartori:  Muy bien Tapa Blanda (2002) | La Social. Galería y Libros


L'alternativa tra la dimensione pubblica dello Stato e quella privata della famiglia rimase pressoché invariata fino all'epoca moderna, quando soprattutto a causa della rivoluzione industriale venne stabilmente modificata con l'inserimento di una terza possibilità: quella rappresentata dalla società civile, intermedia tra l'ambito politico e l'ambito familiare, con cui condivideva rispettivamente la dimensione pubblica e il carattere tendenzialmente volontario e paritetico delle relazioni tra i membri adulti.

Insieme con il concetto di "società civile", in epoca moderna nacque anche il problema del rapporto di quest'ultima con lo Stato, problema per il quale la riflessione politica ha ipotizzato diverse soluzioni: dall'idea della supremazia della prima sul secondo - sostenuta, ad esempio, dal pensatore inglese John Locke (1632-1704) e dalla tradizione liberale è la tesi del filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) è il caso del filosofo tedesco Carl Schmitt (1888-1985).


Il perno di una democrazia (davvero) liberale? L'individuo, non il popolo -  Einaudi Blog

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