La ricerca sociologica

 I protagonisti della ricerca sociologica 

Nella ricerca sociologica sono sempre presenti due protagonisti: 

  • il "ricercatore", ovvero il "professionista" che possiede gli strumenti teorici e pratici per condurre l'indagine,
  • il committente, ovvero la persona o l'ente che patrocina e finanzia la ricerca.

Nel quadro del rinnovamento della riflessione intorno ai principi e al metodo della conoscenza scientifica, si è diffusa una nuova immagine del ricercatore: non più un tecnico ben preparato che si comporta in modo "neutro" e impersonale, come se non fosse dotato di una sua soggettività, bensì una mente creativa e coinvolta nel proprio lavoro, consapevole di avere un proprio punto di vista, propri orientamenti ideologici e perfino pregiudizi.

Questi ultimi, secondo una linea di pensiero che comprende autori diversi tra loro possono essere positivamente gestiti nel processo di conoscenza della realtà se vengono trattati per quello che sono: precognizioni che, sotto forma di concetti e teorie, ci orientano nel nostro approccio alla realtà naturale o sociale.


Il principale ente promotore di ricerca pura è l'università. La ricerca universitaria non ha immediate applicazioni pratiche, ma nasce dal dibattito teorico allo scopo di approfondire la conoscenza di fenomeni sociali emergenti o di verificare determinate ipotesi. Le università destinano una parte dei loro fondi, provenienti da finanziamenti pubblici o privati, alle attività di ricerca, e questo significa che la situazione della ricerca universitaria dipende dallo stato di salute economica degli atenei, che a sua volta è strettamente legato a precise scelte politiche dei governi. 

Oltre alle università, sono promotori di indagini sociologiche numerosi istituti di ricerca pubblici (come I'ISI'AT) e privati, questi ultimi perlopiù aventi la configurazione giuridica della fondazione (CENSIS, IARD, Eurisko, Eurispes, ISPO), che svolgono indagini sociali autonomamente o per conto e in collaborazione con altri soggetti (ad esempio, partiti, sindacati, associazioni culturali).

La figura del committente ha un particolare rilievo nelle interpretazioni degli studiosi di orientamento marxista o vicini alle posizioni della Scuola di Francoforte.  

Istat.it

ln questi due ambiti teorici la ricerca sociologica è vista come un'attività non neutrale, ma inevitabilmente connessa alle lotte e ai conflitti che caratterizzano la società divisa in classi. Ne consegue che la conoscenza, in quest'ottica, è sempre una "conoscenza di qualcosa promossa da qualcuno per qualche fine”.

Oggetto della ricerca


Oltre al ricercatore e al committente, un terzo protagonista della ricerca sociologica è il fenomeno osservato, che costituisce l'oggetto della ricerca: può trattarsi di un fatto o di un problema che coinvolge la società o una parte di essa, di un processo sociale o di un'entità collettiva, ma, in ultima analisi, è riconducibile a soggetti umani che interagiscono e danno significato al loro agire. 

All'interno di questi processi di interazione e di costruzione di significato, il ricercatore isola inevitabilmente alcuni aspetti o proprietà che possono essere rilevati, misurati, comparati con altri. 

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Gli scopi della ricerca


In linea generale, il fine di un'indagine sociologica è quello di approfondire la conoscenza di fenomeni sociali nuovi oppure poco chiari, per la cui comprensione non bastano i riferimenti teorici esistenti ma si rende necessaria un'apposita indagine. Semplificando, possiamo individuare tre scopi principali della ricerca sociologica. Vediamoli qui di seguito.


1.Descrivere un fenomeno sociale nuovo considerato rilevante e perciò meritevole di indagine: ad esempio, valutare la reale consistenza del fenomeno dei "nuovi padri", che passano più tempo con i figli rispetto al passato e svolgono in seno alla famiglia funzioni tradizionalmente affidate alle donne; oppure rilevare la diffusione di droghe come la cocaina o l'ecstasy; oppure ancora, tracciare un quadro attendibile dei consumi culturali giovanili.
In questi casi, la ricerca perviene a una fotografia della realtà e consente di avanzare un'idea precisa di fatti e processi sociali contemporanei, con abbondanza di dati numerici, tabelle, grafici, statistiche, che permettono di andare oltre le semplificazioni dei mass media o le conoscenze del senso comune.


2.Rispondere a interrogativi che sorgono dall'analisi dei fatti e dei comportamenti sociali. Questi interrogativi possono essere stimolati anche dalla ricerca stessa: ad esempio, dopo avere ottenuto una fotografia attendibile dei fenomeni sociali elencati al punto precedente, potrebbero sorgere alcune domande, che sollecitano un'ulteriore  indagine più approfondita, da condurre con tecniche diverse: quali sono le cause del fenomeno dei "nuovi padri"? devono essere cercate nella diffusione del lavoro femminile che ha determinato un ripensamento dei ruoli all'interno della famiglia oppure in un più generale cambiamento della mentalità maschile? Oppure ancora: perché il consumo di certe droghe è aumentato vistosamente negli ultimi anni?
In questi casi, la ricerca propone delle spiegazioni della realtà esaminata.

3.Individuare correlazioni, ossia variazioni concomitanti, tra diversi fenomeni sociali, e approfondirli allo scopo di stabilire eventuali rapporti di causa-effetto tra di loro: ad esempio, pensiamo alla correlazione esistente tra selezione scolastica e provenienza sociale oppure tra disagio giovanile e crisi della famiglia di appartenenza.
In questi casi la ricerca, oltre a confermare o smentire un nesso causa-effetto tra due venti, consente anche di fare delle previsioni sulla realtà sociale futura.


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