BANFIELD: UN OSSERVATORE A MONTEGRANO

 Quando pensiamo a una ricerca antropologica, la nostra immaginazione è solita figurarsi scenari di studio "esotici", abitati da popoli molto diversi da noi. Ma, come ben sappiamo, per la ricerca antropologica contemporanea in qualche circostanza gli "altri" siamo noi, cioè la nostra cultura, i nostri modi di vivere.

A testimonianza di questo contribuisce la lettura dell'antropologo e politologo statunitense Edward Banfield (1916-1999), autore del saggio Le basi morali di una società arretrata, pubblicato nel 1958. L'opera è il resoconto di una ricerca condotta tra il 1954 e il 1955 sulla popolazione di Chiaromonte, un paesino della Basilicata in provincia di Potenza, nel libro ribattezzato, per ragioni di discrezione accademica, "Montegrano".


Il familismo amorale | ~ gabriella giudici


Quando giunse in Italia per condurre la sua ricerca -- accompagnato dalla moglie, di origini italiane, che lo aiutò a condurre le interviste — Banfield aveva alle spalle una lunga carriera di studioso e professore universitario. Era noto negli ambienti accademici per le sue posizioni conservatrici e molto personali. Verso la fine degli anni Trenta, infatti, dopo un'iniziale sostegno al presidente Roosevelt, si era pronunciato contro gli interventi di pianificazione del New Deal, che riteneva inefficienti, e aveva maturato la convinzione secondo cui, in assenza di una cultura cooperativa e solidale adatta a recepirli correttamente, gli interventi dello Stato sono inutili.



La ricerca sugli abitanti di "Montegrano" rappresenta proprio il tentativo di verificare questa convinzione in un contesto specifico, quello italiano, e in un momento storico particolare: quello della politica di aiuto ai paesi dell'Europa occidentale intrapresa dagli Stati uniti negli anni del dopoguerra. Da parte del governo americano, c'era la volontà di proporre piani di sviluppo compatibili con le realtà sociali a cui erano destinati, ma nel contempo di individuare in queste realtà quei fattori che potessero costituire un ostacolo alla crescita economica. Gli interessi scientifici dello studioso si incrociavano quindi con quelli politici ed economici del suo paese.


Benche il sociologo Arnaldo Bagnasco - autore dell'edizione italiana del libro - reputi inesatto definire Banfield un antropologo", ritenendo più appropriata la qualifica di political scientist, è però innegabile che l'indagine dello studioso presenti tutte le caratteristiche metodologiche della ricerca etnografica:

-  è svolta in una comunità di piccole dimensioni piuttosto chiusa verso l'esterno, 

-  è condotta tramite osservazioni sul campo e interviste,

-  ha una durata piuttosto lunga (più di un anno). 

Dell'indagine etno-antropologica ha pure il limite ovvero la difficoltà di generalizzarne i risultati.


Banfield cerca quindi di capire quali siano i meccanismi di attribuzione e redistribuzione del potere e delle risorse in un contesto caratterizzato da scarsità, ossia povero. Cerca in particolare di comprendere il ruolo dei valori condivisi in quel contesto, di capire se essi siano un ostacolo alla modernizzazione, auspicata dal governo statunitense. 


La risposta dello studioso è compendiata nel concetto di familismo amorale, espressione con cui egli designa la chiusura del gruppo familiare in se stesso, a scapito del senso civico e della solidarietà sociale. Gli abitanti di 'Montegrano", infatti, raramente agivano per un fine superiore agli interessi immediati del loro nucleo familiare; la regola generale che ispirava il loro comportamento individuale era quella di massimizzare i vantaggi immediati per la propria famiglia, nella convinzione che anche gli altri avrebbero fatto lo stesso.


Banfield collegò il familismo amorale alla famiglia nucleare di piccole dimensioni a lui parve come un gruppo grettamente chiuso e diffidente. Al contrario, secondo studioso la comunità familiare estesa alimenterebbe comportamenti sociali altruistici, cioè la solidarietà, la collaborazione, il senso del dovere collettivo, l'organizzazione Curiosamente, la fortuna della ricerca di Banfield è legata al fraintendimento della sua ipotesi: nella pubblicistica e nel linguaggio della politica, infatti, si è finito con il sostenere che il familismo amorale è un portato della famiglia patriarcale tipica del Sud (ovvero il contrario di ciò che affermava lo studioso); questo probabilmente è accaduto perché gli stereotipi legati alle famiglie del Sud ('arretrate", patriarcali, con la figura del padre-padrone ecc.) hanno avuto il sopravvento sulla reale conoscenza del dettato socio-antropologico dell’autore. ormai correttamente inteso solo nella ristretta cerchia¯ degli specialisti. 

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