Come si "misura" il mercato
La complessità e la variabilità del mercato del lavoro impongono a chiunque si accinga a descriverne le caratteristiche principali di munirsi di criteri quantitativi, cioè di "indicatori" che permettano di rilevare come si distribuisce il lavoro all'interno di una società, attuando anche i necessari confronti nello spazio e nel tempo.
1. Il primo indicatore di cui si deve tener conto è rappresentato dalla popolazione in età lavorativa, cioè dalla popolazione di età compresa tra la minima e la massima prevista per far parte del mondo del lavoro.
2. Per popolazione attiva, o forza-lavoro, si intende quella parte della popolazione in età lavorativa e effettivamente lavora o cerca lavoro, in quanto oggettivamente in grado di svolgere un'attività e soggettivamente disponibile a farlo.
All'interno della popolazione attiva possiamo isolare l'insieme degli "occupati", cioè delle persone che, in un determinato periodo, sono effettivamente in possesso di un lavoro.
I dati così ottenuti possono quindi essere messi variamente a confronto, dando luogo ad altri importanti indicatori:
3. il tasso di attività, che designa il rapporto percentuale tra la popolazione attiva e la popolazione in età lavorativa;
4. il tasso di occupazione, costituito dal rapporto tra il numero degli effettivi occupati e la popolazione in età lavorativa;
5. il tasso di disoccupazione, di cui tanto spesso sentiamo parlare, che indica il rapporto tra il numero dei disoccupati e il complesso della popolazione attiva.
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