Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2021

La teoria della decrescita

Immagine
La preoccupazione per gli squilibri sociali e ambientali dell'economia globalizzata ha indotto molti intellettuali a mettere radicalmente in discussione i presupposti su cui essa si regge, ovvero l’idea di sviluppo che vi è sottesa.  Una critica particolarmente radicale a questo modello è rappresentata dalla cosiddetta teoria della decrescita, che ha, tra i suoi esponenti principali, il filosofo ed economista francese  Serge Latouche .    La teoria della decrescita parte dal presupposto che il concetto di sviluppo su cui si fonda la società industriale contemporanea sia viziato da un equivoco di base, ossia la tendenza ad assumere la crescita del PIL come il parametro più significativo.  Il PIL è un dato puramente numerico, che indica la quantità di beni e servizi prodotti in un certo Stato, in funzione dei consumi dei cittadini. Il suo aumento, quindi, non equivale necessariamente a benessere, anzi spesso si pone in contrasto con esso.   Secondo i teorici della decrescita, tuttavi

Vivere in un mondo globalizzato

Immagine
La globalizzazione è un bene o un male? La globalizzazione è un fenomeno che suscita dibattiti e prese di posizione spesso contrastanti.  La percezione del mutamento rapido e radicale che il mondo sta attraversando è avvertita, in misura più o meno elevata, da tutte le persone, e per questo diventa fonte di interrogativi e valutazioni.  Ci si chiede, quali effetti porterà alla vita degli individui questo mutamento di proporzioni mondiali, e se gli svantaggi sopravanzeranno i benefici oppure no.  Pro: - un mondo spazialmente più compatto, in cui le distanze sono accorciate e la mobilità di cose, persone e idee si sviluppa con estrema facilità, è indubbiamente vista con simpatia - lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione e le straordinarie opportunità che esse offrono in termini di accesso tutte le informazioni  - "comunità" mondiale, in cui le domande più importanti possano essere finalmente affrontate e risolte con strumenti adeguati - investimenti nei paesi in via di

La globalizzazione culturale

Immagine
Un mondo macdonalizzato La dimensione della globalizzazione forse più familiare a tutti noi è però quella culturale.  Con l'espressione globalizzazione culturale" si allude al fatto che oggi in parte del mondo, le persone condividono "conoscenze, norme e modelli di comportamento, usi e costumi ciò che nel linguaggio antropologico si chiama "cultura".   E l'omogeneizzazione tocca anche i prodotti della cosiddetta cultura "alta": letteratura, arti figurative, musica e cinema, parlano oggi, in ogni parte del mondo, i medesimi linguaggi.  Si tratta di un fenomeno che è costantemente sotto i nostri occhi, ma di cui non ci prendiamo coscienza finché non va a contraddire apertamente le nostre aspettative.  La cultura che si diffonde e domina nel mondo globalizzato è quella occidentale, in particolare di matrice statunitense.    Il sociologo statunitense George Ritzer ha parlato in proposito di “macdonaldizzazione” del mondo, designando, con tale espressio

La globalizzazione politica

Immagine
Lo spazio transnazionale  La storia dell'età moderna ha avuto come protagonisti gli Stati nazionali, assurti progressivamente a soggetti principali della vita politica, e le reciproche relazioni tra essi.  Nel mondo globalizzato ovviamente gli stati continuano a esistere ma la loro presenza è "temperata", per così dire, da una serie di fenomeni in grado di ridimensionarne il loro ruolo di attori principali sulla scena mondiale.  Il più importante di questi fenomeni è la nascita di uno spazio pubblico "transnazionale", ovvero di uno spazio in cui vengono affrontate questioni di grande interesse collettivo che richiedono per la loro definizione e possibile risoluzione, l'intervento di organismi che trascendono le singole sovranità statali.  Sono di tale natura problemi come la tutela del pianeta e la salute dei suoi abitanti, la sicurezza e la pace mondiale, la povertà e la tutela dei diritti umani.  La presa di coscienza di tali domande, maturata progressivam

La globalizzazione economica

Immagine
Le multinazionali L'idea di un'economia mondiale è in qualche modo intrinseca al capitalismo industriale, che necessita, per sua natura, di un mercato sempre più ampio per lo smercio dei prodotti.  Per questa ragione, già nei secoli XIX e XX si era assistita a un progressivo processo di liberalizzazione degli scambi tra i paesi industrializzati, tramite l'abbattimento delle barriere protezionistiche dei singoli Stati e la successiva creazione di vaste aree per la libera circolazione di merci e capitali.  A queste iniziative, che si collocano nella globalizzazione commerciale" - ossia un'espansione a livello mondiale della distribuzione dei prodotti-, si è sovrapposta nei decenni del XX secolo, una vera e propria 'globalizzazione produttiva ", ossia la tendenza, da parte delle imprese, ad allentare i legami con lo Stato nazionale di appartenenza per" frammentare "la propria presenza in varie aree del mondo.  Le prime multinazionali hanno fatto la

La globalizzazione: di cosa parliamo?

Immagine
I termini del problema   La parola "globalizzazione" è entrata di recente nel lessico delle scienze umane e nel linguaggio quotidiano. Si chiama globalizzazione l'insieme dei processi di varia natura che tendono ad accorciare le distanze e a unificare il mondo attraverso la creazione di sistemi specializzati di portata mondiale. Questi agiscono superando gli ostacoli rappresentati dalle barriere nazionali creando di fatto "una società globale" a cui tutti apparteniamo. Radici antiche e moderne Gli effetti della globalizzazione sono evidenti su scala mondiale da circa 20 anni: ma i processi storici di riduzione delle distanze e di unificazione politica e culturale di civiltà diverse non sono novità nella storia universale.  Volendoci spingere molto indietro nel tempo, potremmo citare il progetto di Alessandro Magno che tentò di unificare Occidente e Oriente attraverso una reciproca assimilazione di ordinamenti politici, usi e costumi, oppure la civiltà araba che